Il vostro “riassumere la verità” non viene effettuato per permettere alle persone di ottenere da essa la vita o i cambiamenti nella loro indole. Piuttosto, viene eseguito cosicché gli uomini possono apprendere alcune conoscenze e dottrine dall’interno della verità. Sembra che capiscano lo scopo dietro all’opera di Dio, quando in realtà hanno soltanto appreso alcune parole di dottrina. Non comprendono il significato implicito della verità, e questo non è diverso dallo studio della teologia o dalla lettura della Bibbia. Redigi questi libri o quei materiali e così entri in possesso di quest’aspetto della dottrina o di quell’aspetto della conoscenza. Sei un eccellente portavoce di dottrine, ma cosa accade quando hai finito di parlare? Gli uomini sono allora incapaci di sperimentare, non hanno alcuna comprensione dell’opera di Dio e nemmeno di se stessi. Alla fine, tutto ciò che avranno ottenuto sono formule e norme, e sono in grado di parlare di quelle cose ma non di altro. Se Dio compisse qualcosa di nuovo, potrebbero tutte le dottrine che conosci essere alla pari con quello che compie Dio? Pertanto, quelle tue cose sono soltanto regole e tu ti limiti a far studiare la teologia alle persone, non stai permettendo loro di sperimentare la parola di Dio o la verità. Quei libri che le persone redigono, possono portarle solo alla teologia e alla conoscenza, verso nuove formule e verso regole e convenzioni; non possono portarle davanti a Dio o consentire loro di comprendere la verità o la volontà di Dio. Facendo domande su domande riguardo a quelle parole, e poi rispondendo, creando uno schema o un riepilogo, pensi che chi è sotto di te possa poi capirle facilmente. Oltre a essere semplici da ricordare, fanno subito chiarezza riguardo a tali domande, e tu pensi che sia fantastico fare le cose in questo modo. Ma ciò che comprendono non è il vero significato implicito della verità, bensì qualcosa che è in conflitto con la realtà e che consta di mere parole dottrinali. Dunque sarebbe meglio se non facessi affatto queste cose. Tu le fai per condurre le persone a comprendere e padroneggiare la conoscenza. Fai accedere gli altri alle dottrine, alla religione, e li porti a seguire Dio e a credere in Lui all’interno di dottrine religiose. Non sei dunque esattamente come Paolo? Pensate che padroneggiare la conoscenza della verità sia particolarmente importante, così come imparare a memoria molti brani delle parole di Dio, ma non considerate affatto importante il modo in cui la gente comprende la Sua parola. Pensate che sia di estrema rilevanza per gli uomini essere in grado di memorizzare molte delle parole di Dio, riuscire a parlare molto di dottrina e scoprire molte formule all’interno delle parole di Dio. Per questo motivo volete sempre ordinare sistematicamente queste cose, affinché tutti la pensino allo stesso modo e pronuncino le stesse parole, le stesse dottrine, abbiano le stesse conoscenze e osservino le stesse regole: questo è il vostro obiettivo. Lo fate come per far capire meglio alla gente, quando al contrario non vi rendete conto che, facendo così, la portate in mezzo a regole che sono al di fuori della verità delle parole di Dio. Per fare in modo che le persone abbiano una vera comprensione della verità, devi unirti alla realtà, all’opera, e portare la gente dinanzi a Dio. Solo in questo modo gli uomini potranno padroneggiare la verità. Se i tuoi sforzi sono rivolti soltanto ad applicare le formule e le norme alle parole scritte, allora non sarai in grado di raggiungere una comprensione della verità, non riuscirai a condurre gli altri nella realtà e men che meno sarai in grado di consentire loro di sperimentare un cambiamento maggiore o di capire di più di se stessi. Se le parole scritte potessero sostituire la gente, allora voi non avreste bisogno di fare proprio nulla.
Parole di Dio attinenti:
Il significato dell’incarnazione è che Dio appare nella carne e viene a compiere la Sua opera fra gli uomini della Sua creazione sotto l’aspetto della carne. Così, perché Dio Si possa incarnare, Egli deve prima essere carne, carne dotata di normale umanità; questo, quantomeno, deve essere vero. Di fatto, ciò che è implicito nell’incarnazione di Dio è che Egli vive e opera nella carne, Dio nella Sua essenza stessa si fa carne, diventa un uomo. La Sua vita e opera nello stato incarnato si possono dividere in due fasi. La prima corrisponde alla Sua vita precedente allo svolgimento del Suo ministero. Egli vive in una comune famiglia umana, in una condizione di umanità del tutto ordinaria, obbedendo alle leggi e ai principi morali comuni della vita umana, con le necessità umane (cibo, indumenti, rifugio, sonno), le debolezze umane e le emozioni umane normali. In altri termini, nel corso della prima fase, Egli vive in una condizione di umanità del tutto normale, non divina, dedicandoSi a tutte le comuni attività umane. La seconda fase è la vita che Egli vive dopo l’inizio dello svolgimento del Suo ministero. Egli dimora ancora in una condizione di umanità comune con un involucro umano normale, senza mostrare alcun segno esteriore del soprannaturale. Egli, però, vive esclusivamente per il Suo ministero e durante questo periodo la Sua normale umanità esiste interamente al servizio dell’opera ordinaria della Sua divinità; poiché, ormai, la Sua normale umanità è maturata al punto di essere in grado di svolgere il Suo ministero. Così, la seconda fase della Sua vita è caratterizzata dallo svolgimento del Suo ministero nella Sua normale umanità, è una vita sia di normale umanità che di completa divinità. Il motivo per cui, nel corso della prima fase della Sua vita, Egli vive nell’umanità comune completa è che la Sua umanità non è ancora all’altezza dell’interezza dell’opera divina, non è ancora matura; solamente dopo che la Sua umanità diventa matura, capace di farsi carico del Suo ministero, Egli può iniziare a compiere la Sua opera. Dal momento che Egli, in quanto carne, ha bisogno di crescere e maturare, la prima fase della Sua vita è quella della normale umanità, mentre nella seconda fase, poiché la Sua umanità è in grado di intraprendere la Sua opera e svolgere il Suo ministero, la vita che il Dio incarnato vive nel corso del Suo ministero è caratterizzata sia dall’umanità, che dalla completa divinità. Se, dal momento della Sua nascita, il Dio incarnato iniziasse effettivamente il Suo ministero compiendo segni e prodigi soprannaturali, allora non possiederebbe un’essenza corporea. Quindi, la Sua umanità esiste ai fini della Sua essenza corporea; non ci può essere carne senza umanità e una persona senza umanità non è un essere umano. In questo modo, l’umanità della carne di Dio è una proprietà intrinseca della carne incarnata di Dio. Dire che “quando Dio Si fa carne Egli è completamente divino e non è assolutamente umano” è una bestemmia, perché è una presa di posizione impossibile da sostenere, in quanto viola il principio dell’incarnazione. Anche dopo l’inizio dello svolgimento del Suo ministero, la Sua divinità risiede ancora nell’involucro umano esterno quando compie la Sua opera, ma in quel momento, la Sua umanità ha il solo scopo di permettere alla Sua divinità di portare a termine l’opera nella carne normale. Così, chi produce l’opera è la divinità che abita la Sua umanità. È la Sua divinità, non la Sua umanità che è in azione, ma è una divinità celata all’interno della Sua umanità; la Sua opera è compiuta sostanzialmente dalla Sua completa divinità, non dalla Sua umanità. Ma chi esegue l’opera è la Sua carne. Si potrebbe dire che Egli è un uomo ed è anche Dio, perché Dio diventa tale vivendo nella carne, con un involucro umano e un’essenza umana, ma anche l’essenza di Dio. Poiché Egli è un uomo con l’essenza di Dio, è al di sopra di tutti gli umani creati, superiore a qualsiasi uomo in grado di compiere l’opera di Dio. E così, fra tutti coloro che possiedono un involucro umano come il Suo, fra tutti coloro che possiedono l’umanità, solamente Egli è il Dio incarnato Stesso: tutti gli altri sono umani creati. Anche se possiedono tutti l’umanità, gli umani creati sono solo umani, mentre Dio incarnato è diverso: nella Sua carne Egli non possiede solamente l’umanità, ma è dotato soprattutto di divinità. La Sua umanità può essere vista nell’aspetto esteriore della Sua carne e nella Sua vita di ogni giorno, ma la Sua divinità è difficile da percepire. Poiché la Sua divinità è esternata solamente quando Egli possiede l’umanità e non è soprannaturale tanto quanto le persone se la immaginano, per loro è molto difficile da vedere. Anche oggi, è estremamente difficile per le persone comprendere la vera essenza del Dio incarnato. Difatti, anche dopo avervene parlato così a lungo, credo che per la maggior parte di voi sia ancora un mistero. La questione è molto semplice: dal momento che Dio Si fa carne, la Sua essenza è un’unione tra umanità e divinità. Questa unione si chiama Dio Stesso, Dio Stesso sulla terra.